ESCLUSIVA Scouting: calcio e Hockey a confronto

01.11.2017 08:27 di Redazione FS24 Twitter:    vedi letture
Fonte: Marco BORRI (www.3borri.it) con la collaborazione di Alessandro BENIN (alessandro.benin@hcap.ch)
ESCLUSIVA Scouting: calcio e Hockey a confronto
© foto di Thomas Grollier

Nello scouting calcistico più cose si conoscono più se ne riescono a cogliere, servono professionalità e cultura. L’osservatore moderno a differenza di come poteva essere fino a qualche tempo fa, non deve più solamente avere competenze specifiche sul calcio, ma deve anche disporre di quelle attitudini e capacità tipicamente aziendali. Non basta più solamente “avere occhio” per individuare il “calciatore obiettivo”, ma sono necessarie capacità relazionali, comunicative, organizzative ecc. Questo per il raggiungimento degli obiettivi che devono produrre risultati sportivi ed economici.

E’ importante, quindi, poter attingere da quegli sport che hanno fatto la storia dello scouting sportivo mondiale, come il Baseball, il Football Americano, il Basket e l’Hockey. Questo anche per comprendere meglio la validità e la funzionalità degli osservatori calcistici, oltre a stimolare un confronto costruttivo tra gli addetti ai lavori e, perché no, nuovi spunti; “chi sa solo di calcio non sa niente di calcio” (José Mourinho).

 

Lo scouting professionale nasce negli Stati Uniti, nei primi decenni del novecento, come premesso per sport come il Baseball, il Football Americano, il Basket e l’Hockey. Solo successivamente si diffonde anche in Europa, con maggior vigore nel calcio nella seconda metà degli anni novanta.

Per fare degli esempi, tra gli scout sportivi protagonisti ritroviamo: Anthony Lucadello (Texas 1912), di origini italiane che fra il 1942 e il 1989 ha portato più giocatori al professionismo nel Baseball (lo sport che più di tutti ha professionalizzato lo scouting nello sport mondiale). Oppure ancora, Jack Vainisi giovane e talentuoso osservatore nel Football Americano, scomparso nel 1960 a 33 anni per un infarto che, a soli 23 anni era già scouting director dei Green Bay Packer e prometteva di diventare il migliore di sempre.

Negli Stati Uniti gli osservatori sono inseriti nella “Hall of Fame” della disciplina di riferimento e, da più di 30 anni, vengono eletti i migliori della stagione, così come in Europa accade per i calciatori.

Questo la dice davvero lunga sul peso specifico che la professione riveste da tempo, all’estero e in altre discipline sportive.

Per ancor meglio comprendere e percepire cosa avviene in questi sport storicamente più blasonati in merito allo scouting degli atleti, ho intervistato Alessandro Benin. Attualmente vice del Direttore Sportivo all’Hockey Club Ambri Piotta (serie A Svizzera) e capo scout per l’Europa degli Everett SIlvertips (WHL, la maggior lega Juniores nord americana da dove ogni anno vengono scelti molti giocatori dall’NHL). In precedenza vanta esperienze da scout per Los Angeles Kings (NHL), Prince Albert Raiders (WHL), ha lavorato come Vice del Direttore Sportivo ai Langnau Tigers (Serie A Svizzera), come Video Coach dell’Hockey Club Lugano (serie A Svizzera) e Vice Allenatore della squadra Juniores del Lugano, Vice Allenatore dei Milano Vipers (serie A Italiana), Capo Allenatore dei Milano Vipers Under 16 e della Selezione Lombardia, Video Coach del Team Canada alla Spengler Cup.

 

Ciao Alessandro, anzitutto raccontaci la tua storia; come si diventa osservatore di Hockey?

È una storia lunga. Comunque, non sono stato un grande giocatore, quindi ho dovuto fare molta gavetta. Per non occuparti tutta la giornata, ti dico che un giorno sono partito per il Nord America dove ho fatto da vice allenatore e scout per una squadra Juniores della British Columbia (Canada). Il compenso corrispondeva nel volo aereo ed una famiglia che mi offriva vitto e alloggio. Grazie a questa esperienza si sono aperte le porte dei Los Angeles Kings e dell’Hockey Club Lugano. Sono stato fortunato, i sacrifici sono stati ricompensati.

 

La Federazione, che supporto da ai club, come interagisce con loro? Ci sono dei vincoli e delle regole “nell’Hockey mercato”?
In Svizzera il mercato non è dettato da nessuna regola. Dal lontano 2000, quando sono arrivato in questo paese, sento parlare della necessità ad introdurre un “salary cap” (tetto salariale) e/o di una lega chiusa che avrebbe aiutato i club più piccoli a ridurre i costi ed investire maggiormente sui giovani senza dover temere la retrocessione. Purtroppo però queste regole sono mai state accettate dai “grandi” club. In NHL, la questione è molto più strutturata. Ti spiego i punti più importanti. Prima di tutto, tutti i contratti sono registrati in lega e sono resi pubblici. C’è un salary cap, quindi per i vari direttori sportivi non è solo questione di provare ad acquistare i migliori giocatori, ma saper pianificare le stagioni a seconda del budget a propria disposizione. Nel rispetto di questa regola, i giocatori possono essere scambiati con altri club durante tutto l’anno, con un unico “blocco” che va dalla fine di febbraio alla fine della stagione in corso (solitamente inizio giugno).Un’altra regola molto interessante è relativa ai RFA (i giocatori in scadenza di contratto). Se tu sei stato il primo club a firmare il giocatore con un contratto in NHL, alla scadenza tu hai il diritto di offrire a questo un contratto che non può essere pareggiato, ma solamente superato da altri club.
 

Esiste un parametro imprescindibile dell’atleta che deve essere assolutamente considerato? Quali sono le caratteristiche e cosa è importante considerare di un giocatore di Hockey?

Un fattore comune nella valutazione dei giocatori è il pattinaggio. Non parliamo solo di eleganza nel pattinaggio, parliamo di velocità e agilità (analogamente a quanto accade per la corsa del calciatore presumo). Personalmente, mi piace valutare il giocatore in come è in grado di prendere decisioni negli spazi ristretti o quando ha contatto fisico con l’avversario. Un altro fattore è legato alla forza nelle gambe che l’atleta riesce ad esprimere, mantenendo efficacia anche a contrasto con l’avversario (similmente a quando l’osservatore calcistico valuta l’atleta in possesso palla e sotto pressione, contrasto, dell’avversario che cerca di riconquistare la palla). Sicuramente l’aspetto fisico è importante, i giocatori di questo sport devono necessariamente disporre di una struttura fisica importante e contemporaneamente non devono avere paura dell’avversario.La pista da Hockey è molto più piccola di un campo da calcio, quindi spesso non si ha il tempo e neppure lo spazio per prendere decisioni. I vari campionati sono molto differenti tra di loro. Quello svizzero per esempio non è molto fisico, quindi si mette molta più enfasi sul pattinaggio e la tecnica di bastone (ragionamenti simili penso vengano effettuati a seconda della serie, anche, nel calcio).Nel campionato NHL, anch’esso molto veloce, spesso si sentono gli scout dividere i giocatori in “buon pattinatore” o drasticamente “non sa pattinare”. In Nord America la pista è più piccole che in Europa, quindi, i giocatori devono essere veloci anche con le mani e con la testa. Credo che, la valutazione di come il giocatore sia in grado di prendere decisioni negli spazi ristretti sia molto importante. Se un giocatore è in grado di prendere buone decisioni con il pallone quando è sotto pressione, molto probabilmente è in grado di farlo anche quando avrà tempo e spazio, quindi lo si può ritenere un giocatore “che legge bene il gioco”. Inoltre se c’è un giocatore che mi piace molto, cerco di vederlo in partite chiave, magari una finale dei play-off o play-out. Voglio vederlo giocare sotto pressione,non tattica, ma mentale. Ho avuto la fortuna di vincere molti campionati di vario livello nella mia carriera, ma anche di perdere finali o semi-finali. Quando cerco un giocatore, voglio che sia in grado di portare “carattere”. Ci sono tanti atleti che fanno breccia nei nostri occhi grazie ad un grosso talento, ma poi non sanno essere efficaci quando conta, cosa fondamentale.

 

Esiste un albo degli scout? Ci sono corsi federali di formazione?

Nulla di tutto questo. Cresci “rubando il mestiere” a colleghi che hanno più esperienza e, quando sei abbastanza fortunato, chiedi la loro opinione sulle tue valutazioni.In questo senso ho saputo che la F.I.G.C. ha compiuto decisamente un passo importante riconoscendo la figura dell’osservatore, istituendo il corso di Osservatore Calcistico per Società Professionistiche.

 

Esistono dei contratti federali specifici per gli osservatori? In linea generale come siete organizzati?

Nulla. In Nord America, esistono ruoli specifici. Per esempio una squadra NHL ha nel proprio staff degli osservatori un “Director of Player Personnel” che segue i giocatori già “draftati” (scelti nei precedenti Entry Draft, dove in base alla classifica della stagione appena conclusa i club scelgono i giocatori nati entro il 15 settembre del loro 18° anno) o sotto contratto con il club. Un Capo Scout che oltre ad osservare i giocatori coordina tutti gli altri scout. Dopo di che almeno 6 Amateur Scouts (amateur sta per amatori, quindi non professionisti. Ma questi scout sono dei professionisti lavorano al 100% e vedono almeno 200 partite ogni anno) che osservano i “giovani” o meglio i giocatori che saranno eleggibili ai prossimi Draft ed almeno 2 Pro Scouts (professionisti) che seguono i campionati professionistici. In Europa è tutto diverso. Io per esempio faccio lo Scout, ma per una squadra nord americana. In Svizzera sono il vice del Direttore Sportivo, occupandomi quindi sia dell’area scouting, ma anche della gestione del budget, degli aspetti logistici di squadra, delle trattative con i giocatori, gli agenti, preparando anche i relativi contratti. Insomma un lavoro a 360°.

 

Nel calcio esistono diverse piattaforme video, supporti tecnologici per la visione degli atleti come Wyscout, per esempio, nell’Hockey che tipo di tecnologie esistono a supporto del talent scout?

In Svizzera tutti i club hanno gratuitamente a disposizione una piattaforma dove vengono caricati i video delle partite di Serie A e B. Per il resto dell’Europa ed il Nord America, esistono servizi a pagamento che garantiscono video dei campionati professionistici, dei maggiori campionati Juniores e dei tornei delle nazionali U18, 20 e Senior. Quando non riesco a vedere di persona dei giocatori, allora scarico i video e mi rivedo la partita. Ci sono poi software che permettono di tagliare i video in diretta a seconda dei tipi di azione, ma questo serve più per una questione tattica. Altri software permettono di raccogliere statistiche mentre si taglia la parte tattica del video.In ogni club sarebbe opportuno poter disporre di una persona dedicata al video scouting.

Nell’Hockey ci sono dei modelli di relazione, dei report, standardizzati?

Diciamo che ogni squadra ha il suo modello. Per esempio, ad Ambri classifichiamo i giocatori secondo le loro caratteristiche. Mentre quando dobbiamo scegliere gli stranieri, guardo dei video per vedere le loro caratteristiche tecniche. Dato che nella maggior parte dei casi provengono da 4 o 5 campionati differenti, contatto i miei amici scout NHL, gli spiego le nostre esigenze e gli chiedo di fare un “ranking” (una classifica) di chi ritiene il giocatore più adatto alle mie necessità.
Tornando al nord america, dove lo scouting è un lavoro molto più dedicato. Un mio amico che fa da vice del direttore sportivo dei Washington Capitals (NHL) mi ha mostrato la sua tabella dove classifica i giocatori assegnandogli un punteggio dall’1 al 5 in 4 aree (gioco fisico, pattinaggio, tecnica di bastone ed intelligenza). Quando lavoravo per i Prince Albert Raiders mi veniva chiesto principalmente di classificare i giocatori secondo le loro caratteristiche. Difensore difensivo, difensore offensivo, difensore “two way” quindi abile sia in fase difensiva che in fase offensiva, senza eccellere in una delle due aree. Cecchino, Play-Maker, Fisico, Difensivo. Poi scrivevo i rapporti su ogni singolo giocatore ed ogni partita. Il Direttore Sportivo di Everett è molto più meticoloso. È un sistema molto simile a quello dei Washington Capitals ma mi viene chiesto di dare un valore dall’1 al 5 a 13 aree a loro volta suddivise in gioco fisico, pattinaggio, tecnica ed intelligenza. Infine, affido un valore dall’1 al 7 in base a come vedo la loro proiezione futura nella WHL.
Poi però prima del Draft, ci limitiamo a classificare i giocatori aiutandoci con gli appunti raccolti durante la stagione.
 

 

Bibliografia

“L’osservatore calcistico a 360°” di Marco Borri , Calzetti&Mariucci Editori – 2014

“Manuale per l’osservatore calcistico” di Marco Zunino, Hoepli - 2015