Il Catania di Walter Zenga: video analisi sulla fase di non possesso e sulle transizioni positive

06.06.2015 09:29 di  Redazione FS24  Twitter:    vedi letture
Il Catania di Walter Zenga: video analisi sulla fase di non possesso e sulle transizioni positive

Video analisi della fase di non possesso e delle transizioni positive del Catania di Walter Zenga riferita alla partita vinta contro il Palermo il 01/03/2009. #matchanalysis

La vittoria in trasferta per 4-0 nel derby contro il Palermo rappresenta probabilmente il risultato più gratificante della carriera da allenatore di Walter Zenga in serie A.
La partita in questione palesa una caratteristica importante del neo allenatore della Sampdoria: la capacità di apportare accorgimenti tattici per adattarsi alle caratteristiche degli avversari e sfruttare al massimo le proprie potenzialità.
Nella partita contro il Palermo, Zenga schierò il suo Catania con un 4-3-1-2, rinunciando alla punta centrale del 4-3-3, per inserire un centrocampista in più. Questo centrocampista è servito per limitare la più importante fonte del gioco dei rosanero, Liverani.
In questo incontro Zenga ha adottato una tattica attendista per poi sfruttare le caratteristiche da contropiedisti dei propri attaccanti.
La fase di non possesso del Catania (che durante questa fase si schierava con un classico 4-4-2) aveva come primo obiettivo quello di indirizzare nella zona centrale del campo la costruzione avversaria, zona nella quale i rossoblu potevano creare grande densità rendendo molto difficile lo sviluppo della manovra. In questo modo il Palermo aveva due possibili soluzioni: cercare gli attaccanti attraverso una verticalizzazione o i due terzini attraverso una giocata in ampiezza. Nel primo caso i difensori del Catania avevano il compito di giocare sull’anticipo e di non lasciare tempo e spazio per la giocata agli attaccanti avversari; nel secondo caso veniva inizialmente lasciata libera la giocata, per poi andare in chiusura attraverso un lavoro coordinato di un attaccante, di un centrocampista e del terzino.
Quando i rosanero sono riusciti ad arrivare sul fondo, il terzino rossoblu di fascia usciva in pressione, con il raddoppio di un centrocampista, mentre gli altri tre difensori avevano il compito di coprire la zona davanti alla porta.

 

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